L’altro punto di vista: intervista con la sviluppatrice Sara Canducci

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E’ uno dei suoi punti di forza e, probabilmente, rimane ancora oggi la caratteristica che continua a rendere App Store unico nel suo genere, e ad assicurare un’esperienza software (e videoludica) eccezionale per i possessori degli iDevice: il grande impegno profuso da Apple nel richiamare sviluppatori di ogni genere, dagli ingegneri delle maxi software-house ai piccoli sviluppatori indipendenti.

Nel corso del tempo, attraverso prove, test e recensioni, abbiamo potuto constatare che, se è vero che le case produttrici che hanno iniziato il business iOS ci hanno offerto ottimi prodotti (vedi l’esempio di EA Sports), d’altra parte buona parte dei giochi più scaricati e di successo su App Store vengono progettati da sviluppatori indipendenti. Sviluppatori che, nella maggior parte dei casi, provengono dal mercato statunitense ed indiano, mentre della controparte italiana è sempre difficile riuscire a parlare. Se poi andiamo a cercare sviluppatori indipendenti italiani, giovani, donne, beh, allora la nostra indagine si trasforma nella famosa ricerca dell’ago nel pagliaio.

Noi di TapPlayer ci siamo imbattuti nell’ago, un po’ per lavoro, un po’ per casualità, ed è per questo motivo che abbiamo deciso di fare una piccola chiacchierata con Sara Canducci, sviluppatrice e produttrice, che progetta e sviluppa autonomamente software per iOS. Di seguito, quello che ci ha raccontato:

Q: Sara Canducci, una donna italiana sviluppatrice indipendente per iOS. Una descrizione che sembra quasi un paradosso: ci spieghi in somme righe in cosa consiste il tuo lavoro?

R: Ciao ragazzi! In cosa consiste il mio lavoro? Beh, nel progettare, ideare e sviluppare applicazioni per iDevice ovviamente. La cosa può sembrare facile da dire, ma assai difficile da mettere in pratica. Serve molta fantasia e le ore davanti al computer non si contano. Per me la programmazione è più di un mestiere, è un divertimento e una grande ragione di vita. Non bisogna mai mollare, anche quando le cose sembrano non andare per il verso giusto.

Ho messo le mani sul mio primo computer a soli tre anni d’età… era il mitico Commodore Amiga: Il mio primo amore. Grazie anche al lavoro di mio padre mi sono avvicinata a diversi hobby di tipo artistico, come fotografia, grafica pubblicitaria, ripresa/montaggio video e disegno. La programmazione è arrivata un po’ più tardi, intorno agli otto anni. E’ passato un decennio da allora, ma questa mia grande passione non mi ha mai abbandonato e si è rafforzata nel corso del tempo.

Q: Come sei approdata allo sviluppo per iOS?

R: Inizialmente ho cominciato a programmare software fotografici in C# e non essendo mai stata un’amante dei telefoni cellulari, non ho mai saputo cosa fosse un iPhone fino a quando per caso un mio conoscente di Milano mi mostrò il suo. Il funzionamento dell’App Store mi colpì molto, ma prima di farmi entrare nella testa questa cosa dovettero passare un po’ di mesi. Il 23 Dicembre presi una decisione definitiva: feci una fatica immane per trovare sotto il periodo natalizio un iPhone 4 disponibile ed il 28 ero già registrata come sviluppatrice Apple. Ben presto capii che non si trattava di un semplice telefono, ma di un “mini” computer portatile: internet, mail, apps, foto, video. La particolare cura del design e l’impeccabilità di iPhone mi avvicinò al mondo Apple, tanto che ora non utilizzo nulla se da qualche parte non ha impressa una mela morsicata!

Q: Quanto è difficile sviluppare in modo indipendente? Principali pregi e difetti?

R: Una buona App non nasce mai per caso: deve essere ideata, progettata, migliorata e sviluppata tenendo conto di tanti fattori, tra cui il marketing legato al nome o alla grafica. Lavorando da sola ovviamente devo dedicare gran parte del mio tempo alla programmazione di apps e se devo essere sincera… la cosa non mi dispiace affatto, in quanto amo questa attività! Mi piace sviluppare per iOS perché facendolo ho la possibilità di condensare e mettere a frutto tutti i miei hobby, tra cui il disegno nell’ideazione di personaggi, la grafica nella progettazione delle interfacce principali o l’editing video per i trailer che carico puntualmente su You Tube.

Pregi? Difetti? Beh… credo che sia altamente soggettivo, in quanto per me lavorare da sola può essere un divertimento, mentre per altri l’assenza di partner esecutivi potrebbe risultare uno svantaggio.

Q: Il mercato di giochi su App Store è immenso: come riesce un piccolo sviluppatore indipendente a farsi strada per riuscire ad emergere?

R: Indubbiamente l’App Store è grande, ma se un gioco è davvero valido allora attraverso una sorta di “passa parola” tra gli utenti, esso diviene sempre più scaricato, siti e blog visitati da molti fan Apple lo recensiscono, organizzano Contest e piano piano prende campo. Ad ogni modo vorrei anche far presente ai lettori che questa procedura non è assoluta ed è unicamente il mio punto di vista in merito. Sono sempre stata dell’opinione che “lavorare bene, paga”. Questo significa che è compito di ogni sviluppatore mettercela tutta per cercare di realizzare applicazioni sempre migliori, fino a che gli utenti si accorgeranno di lui e giudicheranno positivamente il suo operato.

Q: Negli ultimi tempi stanno venendo sempre più spesso a galla questioni relative al copyright e conflitti fra vari titoli presenti in App Store, probabilmente a causa del numero sempre maggiore di applicazioni. Ritieni che, a lungo andare, il settore “giochi” per gli iDevices possa saturarsi?

R: Indubbiamente prima o poi si arriverà ad un punto di “stallo”. Il trucco sta nel sforzarsi di inventare giochi nuovi o per lo meno di migliorare quello che già è disponibile senza però copiare grafiche o loghi. Mi spiego meglio: esistono dei games di “dominio pubblico”, come ad esempio gli sport… essi non hanno copyright, quindi si potrebbero fare apps di questo tipo all’infinito, sempre a patto però che non si copi spudoratamente la grafica ideata da qualche altro sviluppatore. Con i diritti d’autore non si scherza e bisogna andarci “con i piedi di piombo”.

Q: Ed ora una domandina un po’ più tecnica e delicata: sappiamo che il sistema tributario italiano è abbastanza rognoso e più burocratico rispetto a quello di molti Paesi; quanto è difficile riuscire a gestire entrate ed uscite quando si sviluppa (e si mette in vendita) un’applicazione su App Store?

R: Allora… come hai detto anche tu, si tratta di un argomento un po’ complesso, per cui cercherò di essere il più eloquente possibile pur non scendendo nei dettagli della cosa. Se gli incassi delle vendite non superano una determinata soglia è possibile mettere in regola i redditi con una “prestazione di lavoro occasionale”, mentre nel caso di proventi più sostanziose è necessaria una Partita IVA. Ad ogni modo non è finita quì, ecco perché consiglio di consultarsi con un buon commercialista per avere maggiori dettagli in merito.

Q: Più iPhone/iPod Touch o più iPad? Più App a pagamento o più applicazioni Free con contenuti sbloccabili mediante acquisto “In App” ?

R: Bella domanda! Dalla mia piccola esperienza posso dire che dipende dal tipo di App e dalla sua “fama” su App Store. Su iPad la concorrenza è indubbiamente minore, anche considerando il fatto che esistono meno titoli nativamente compatibili con esso, ma non sempre questo fattore incide sulle vendite.

Per quanto riguarda la seconda domanda, dal mio punto di vista le applicazioni free hanno il solo scopo di promuovere un servizio, un’azienda o un gioco che poi diverrà a pagamento. Al momento non ho ancora realizzato applicazioni con contenuti sbloccabili, anche se ho in testa un progettino di nome “Le mini-fiabe della nonna” che sicuramente impiegherà questo servizio.

Q: Lavori in corso e/o progetti per il futuro?

R: Come dicevo in una delle risposte precedenti, un elemento fondamentale in questo lavoro è la fantasia e quindi mentre sto lavorando ad un progetto penso subito a quello successivo! Le idee non mi mancano… ma il tempo sicuramente sì!!! Avrei bisogno di una giornata composta da 100 ore per realizzare tutto quello che mi passa per la testa!

Colgo l’occasione per ricordare a tutti gli amici lettori che per il 28 ottobre [venerdì scorso, ndr], in occasione dell’uscita italiana dell’iPhone 4S, lancerò su App Store una collana comprendente 8 nuovi titoli, rispettivamente 4 per iPhone e 4 per iPad, che prende il nome di Silver Edition. Ecco i nomi dei games:> iParolix, iParolix HD, iCoppie, iCoppie HD, Parola Vincente, Parola Vincente HD, Parola IN, Parola IN – HD.

Per me è una ragione di vita e le ore davanti al computer passano senza che me ne accorga, ma mi rendo perfettamente conto che obbligare una persona a fare questo lavoro controvoglia sarebbe una tortura. Ecco perché vorrei citare una celebre frase di Steve Jobs:

“L’unico modo per fare un ottimo lavoro è amare quel che fate. Se non lo avete ancora trovato continuate a cercare. Non fermatevi. Perché prima o poi quando lo troverete, saprete che è quello giusto.”

Parole a dir poco illuminanti… se non ci piace il lavoro che facciamo, non riusciremo mai a svolgerlo impeccabilmente. Io credo proprio di averlo trovato e… farò di tutto per tenermelo stretto! Sono dell’opinione che ognuno di noi nasce per fare qualcosa e la nostra felicità sta nel farla. Se nasciamo per fare i fiorai, facciamo i fiorai, non ostiniamoci a voler diventare programmatori iOS!

Il mio “sbarco” su App Store risale al Gennaio del 2011, quindi è logico presumere che le mie prime applicazioni, seppur idealmente buone, risultavano acerbe rispetto a quelle attuali. Per questo motivo, in futuro ho in previsione di “rispolverare” alcuni dei miei primi titoli, rimossi momentaneamente dall’Apple Store appunto per effettuare qualche correzione e miglioramento, tra cui la piena compatibilità con iOS 5 e Retina Display.

Ad ogni modo non temete, vi terrò costantemente aggiornati circa le mie pubblicazioni future!

Con questo, prima di salutarvi, vorrei ringraziare particolarmente tutto il gentilissimo staff di TapPlayer per avermi dato la possibilità di parlarvi un po’ di me.

Grazie a te, Sara, ed in bocca al lupo per il tuo lavoro futuro!

6 commenti su “L’altro punto di vista: intervista con la sviluppatrice Sara Canducci”

  1. E’ già difficile trovare validi sviluppatori italiani, addirittura una ragazza credo sia come cercare un ago in un pagliaio.

    Bella intervista ragazzi e complimenti a Sara per il suo spirito di iniziativa, le auguro il meglio per il suo futuro professionale.

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